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Continuano gli incontri con i professionisti di settore. Questa volta abbiamo incontrato Vanessa Spaziani – Social Media Manager e Content Marketing Freelance – che ha risposto a qualche nostra curiosità.

1 // Quali sono gli step di un progetto di comunicazione digitale – dall’ideazione alla realizzazione – per i canali social aziendali?

Partiamo da una cosa semplice: conoscere da vicino l’azienda e relazionarsi con le persone che ci lavorano, è fondamentale. Io mi occupo principalmente di realtà enogastronomiche italiane, sono eccellenze artigianali del loro settore, che mantengono intatti valori autentici, la loro vera ricchezza risiede nella capacità di saper fare e nelle materie prime. Queste aziende hanno una montagna di materiale che può alimentare la comunicazione, non si devono inventare nulla ma la difficoltà, a volte, è riuscire a farsi raccontare ciò che invece sono abituati a fare. Il valore aggiunto che porta un professionista della comunicazione, sia questo uno storyteller, un creator, un social media manager… è riuscire a tirare fuori gli aspetti distintivi e unici dell’attività e declinarli nei linguaggi adatti alla piattaforme. Il secondo scoglio da superare è individuare un budget che possa aiutare la divulgazione dei contenuti e inserirlo in un piano strategico con finalità precise. Ci deve essere uno scambio equo tra il professionista e il cliente, entrambi guidano e sono guidati nell’individuazione degli obiettivi e delle strategie a loro annesse. Ogni azione impone l’impiego di risorse economiche e professionali, solo una volta che abbiamo acquisito queste nozioni possiamo permetterci di lasciare il giusto spazio anche all’improvvisazione, altra componente importante nel gioco un po’ voyeuristico dei social media.

2 // Come si fidelizza un utente, quali sono i contenuti che funzionano di più e perché?

Una persona segue ciò da cui è attratto oppure qualcosa o qualcuno che lo rassicura, questa è la logica che si applica anche ai Social Media. Ogni settore poi ha il proprio linguaggio e dinamiche proprie che determinano il successo di un contenuto rispetto ad un altro. A livello più macro, invece, le piattaforme alimentano dei trend, in questo momento ad esempio il mezzo creativo che funziona di più sono i REEL, uno strumento la cui paternità è di TikTok ma che poi è stato replicato da Meta. Si tratta di video in formato verticale a pieno schermo, accompagnati dalla musica e spesso anche spinti da quest’ultima, che va individuata tra le tendenze del momento. Per fidelizzare un utente bisogna avere prima di tutto un buon prodotto o un buon servizio e instaurare un vero e proprio dialogo con chi sceglie di seguirci, a volte anche one to one attraverso i commenti, le chat, la ri-condivisione dei contenuti nei quali siamo menzionati. L’ altro aspetto molto importante è la frequenza con la quale i nostri contenuti vengono visti, dobbiamo fare in modo di essere presenti ma non invadenti, un po’ come nella vita reale!

3 // Le campagne pubblicitarie sono imprescindibili nel piano di comunicazione? 

Questa domanda si lega benissimo al punto con il quale è terminata la precedente risposta, cioè: la frequenza. Il sistema di copertura e visualizzazioni è fortemente influenzato dall’algoritmo, una sorta di deus ex machina che attraverso una serie di calcoli individua che cosa piace agli utenti e glielo mostra con più regolarità; potrebbe andare tutto bene se non fosse che ci troviamo in un mare di contenuti simili e spesso ugualmente validi ma che non potranno mai essere visualizzati da ogni persona. A questa caratteristica endemica, se ne uniscono altre più tecniche, difficili da approfondire in questa sede, quindi tornando alla nostra frequenza: è importante che un utente ci veda spesso, per permetterlo dobbiamo utilizzare anche le inserzioni a pagamento, che assicurano la possibilità di intercettare chi ha dimostrato un interesse nei nostri confronti e far vedere loro, per un numero di volte sufficiente, i nostri contenuti.

4 // Le attività off line sono altrettanto importanti?

Sì, senza dubbio. Quasi tutto inizia prima offline e poi si sposta nel digitale, anche un’azienda che nasce online ha una parte di gestione nel cosiddetto mondo reale ed è importante che sia curata e sana. Ma pensiamo anche solo ad un e-commerce che vende prodotti solo online, l’utente riceve a casa il pacco con un ottimo prodotto, magari accompagnato da un bigliettino scritto a mano o da una carta profumata, magari il packaging ha colori brillanti e materiali piacevoli al tatto… è quello che tocco con mano che probabilmente mi conquisterà più di ogni altra cosa. Nel caso che l’attività abbia una sede fisica aperta al pubblico e poi dei canali online dove poter trovare nuovi clienti, è importante che la dimensione offline e online combacino, ovvero facciano percepire lo stesso valore. Per fare un esempio, a volte capita di entrare in un negozio nuovo e di apprezzarne lo stile, oltre che i prodotti, poi andiamo a curiosare sul sito e sui social e non troviamo la stessa cura. Vale lo stesso nel caso di aziende che spingono molto sull’immagine sul marketing digitale ma poi offrono un’esperienza discutibile di persona.

5 // Corporate storytelling: perché funziona così tanto? 

In un mondo dove buona parte del tempo è impiegato online, è una bella opportunità per le aziende arrivare alle persone raccontandosi come farebbero se ce le avessero di fronte.
Attraverso lo schermo non è possibile fare sentire loro il profumo dei nostri biscotti, gli aromi del nostro vino, la fattura dei nostri tessuti… ma possiamo raccontarglielo, come fanno i buoni libri ma con più immagini 🙂