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“Vado piano perchè ho fretta” è un bellissimo aforisma di Napoleone Bonaparte. Come ogni aforisma che si rispetti contiene in sè un paradosso: come faccio ad arrivare dove voglio se rallento?

L’uomo moderno non è solamente quello che corre e non si ferma mai, ma anche e soprattutto quello che non ha più pazienza, che non sa aspettare, che vuole poter decidere subito, senza commettere errori. Ed è così che, spinti da una necessità impellente, cerchiamo tutte le informazioni possibili immaginabili per poter arrivare a un dunque, per toglierci da una situazione scomoda, per giungere rapidamente alle conclusioni.

Anche i ritmi lavorativi ci impongono di correre, perché camminare non è sufficiente. Passiamo la maggior parte della giornata a cercare di mettere in atto il famoso “multitasking”. Lavoriamo su più cose contemporaneamente e non siamo mai sufficientemente concentrati su quello che abbiamo per le mani in quel momento. E se ci fermassimo per un attimo, consapevoli che il nostro cervello non è stato costruito per fare più cose contemporaneamente? 

Partire dopo per arrivare prima

Capita a tutti di prefissarsi degli obiettivi (lavorativi e non) per il giorno dopo. Una lista di cose da portare a termine entro fine giornata. Pianifichiamo, organizziamo e partiamo super motivati il giorno dopo. Pensiamo sempre che la forza di volontà sia una fonte inesauribile, che dipenda da noi soltanto. E se non fosse così?

La forza di volontà è come una batteria da cui “presa di decisione” “pianificazione” e “memoria” attingono. Durante il corso della giornata queste attività risucchiano energia ed è la ragione per cui la motivazione viene spesso a mancare dopo qualche ora. Si diventa così man mano meno produttivi, più stanchi e spesso anche frustrati per il mancato raggiungimento degli obiettivi.

Pensare a troppe cose contemporaneamente non è mai la soluzione giusta, vediamo perchè:

  • Fare più lavori nello stesso momento produce paura di sbagliare, adrenalinaansiatensione e chi ci sta vicino lo percepisce e ovviamente cerca di respingerlo.
  • La nostra mente elabora un solo pensiero per volta.
  • La fonte di maggiore stress sul posto di lavoro è costituita dal tentativo della nostra mente di elaborare idee diverse, di affrontare svariati compiti, scenari futuri, preoccupazioni e inquietudine, nello stesso momento.
  • Non potrò mai motivare i miei collaboratori se io per primo, dedicandomi a 1.000 compiti e correndo qui e là pensando di fare 10.000 cose, non sto facendo la cosa giusta.

Una cosa per volta

Quando ci si presenta un problema da risolvere, soprattutto quando questo ci coinvolge in modo profondo e pervasivo, una delle prime reazioni che tendiamo ad avere è quella di andare subito alla ricerca di una soluzione. La maggior parte delle volte, questo approccio “reattivo” ci dà l’illusione di migliorare la situazione, quando in realtà non fa altro che peggiorarla.

Diamo così vita alle cosiddette tentate soluzioni: strategie (più o meno consapevoli) che mettiamo in atto con le migliori intenzioni, ma che finiscono per sortire gli effetti peggiori. Per questi motivi è bene tenere a mente quello che diceva Napoleone: “Siccome ho molta fretta… vado molto piano”. Lo stratega còrso aveva fatto suo questo principio, rammentando a se stesso e ai propri generali di partire dopo per arrivare prima. Ecco l’anima dell’Approccio Strategico: per prima cosa studiare il problema.

Bisogna rallentare il ritmo se vogliamo arrivare a essere più efficienti. L’imperativo è categorico: una cosa per volta. Una volta deciso cos’è più importante, bisogna concentrarsi e occuparsi di quel lavoro come se fosse l’unico e una volta concluso, ricominciare con un’altra incombenza. Solo in questo modo, si potrà evitare la frenesia e la disorganizzazione mentale evitando di scaricare ansia e tensione anche su chi ci circonda.