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Continuano gli incontri con i professionisti di settore. Questa volta abbiamo incontrato Atena Forconi, giornalista e scrittrice, founder di Rendez-vous, magazine di storie (s)comode per tutti i gusti.

1 – Iperconnessione, dipendenza isterica dai social: che ne pensi? 

Credo che l’iperconnessione ci porti dritti tra le braccia di una condanna.La condanna alla deconcentrazione e all’individualismo più spietato. Viviamo in un tripudio totalizzante di superficialità e approssimazione che ci trasciniamo a causa della supremazia tecnologica. Leggiamo in continuazione di quanto la dipendenza isterica dai social provochi stati di notevole ansia e annessi disturbi patologici. Dovremmo prendere atto della situazione e cambiare le carte in tavola per riuscire a tornare all’essenza delle cose, alle loro radici e da lì utilizzare la tecnologia per trasmettere messaggi positivi.

2 – C’è molta approssimazione e una condanna costante all’errore. 

Esatto, nel mondo digitale l’errore non è quasi mai concesso. Eppure proprio da esseri umani dovremmo, per nostra natura, errare. Samuel Beckett diceva: “Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.” E allora impariamo a sbagliare e aiutiamo le nuove generazioni ad allenarsi al confronto pacifico, allo studio del nuovo, al lampo di genio che prescinde le logiche del mero e bieco business. Assecondiamo le passioni, la curiosità, la fantasia.

3 – Qual è la cura, secondo te? 

La cura potrebbe essere la lentezza. Dovremmo scegliere di essere lenti. Lenti nel giudicare, nel puntare il dito, nello sputare sentenze o nel far sentire inadatto il prossimo. Evviva la lentezza. Perché lentezza significa approfondire, profondità, riflessione, studio, apertura, ascolto, respiro.

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Atena Forconi

4 – E nel mondo del lavoro, oltre alla sfera personale, servirebbe lo stesso atteggiamento? 

Assolutamente sì, nel mondo del lavoro serve cooperazione e supporto reciproco, ora più che mai. Abbiamo bisogno del gioco di squadra e della contaminazione genuina di idee e capacità che solo insieme possono portare al raggiungimento di obiettivi e successi. Così come credo occorra rivalutare la concezione di tempo. Il tempo non si misura in quantità, tanto meno in velocità. Si misura in qualità ed esperienza. Si misura nell’ascolto attento di noi stessi e dell’altro, nell’empatia, che è quella forza magica in cui è giusto credere tantissimo e che fa la differenza nella vita lavorativa e personale di ognuno di noi.

5 – Il tuo posto nel mondo, e perché. 

Il mio posto nel mondo è un’isola greca che si chiama Kythira, un’oasi selvaggia e sconosciuta che riconduce ogni persona al proprio centro.

È un luogo in cui sentirsi sempre se stessi, in cui praticare meditazione e Yoga immersi in una natura gentile ma ribelle. La mitologia greca narra che la dea dell’amore e della bellezza Afrodite sia nata proprio da uno scoglio del mare di Kythira.

6 – Il tuo prossimo workshop è proprio sul tema del viaggio. 

Sarà un Lab di scrittura creativa che terrò al Tasso Hostel di Firenze, il 26 novembre. Si chiamerà “Tu scrivile se vuoi, emozioni” e viaggeremo molto lontano (con la penna).