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Aumentano le richieste di HRBP (human resources business partner), talent manager e direttori HR nel settore lusso, un comparto che ha messo a segno un anno record nel 2022.

Questo trend si è mantenuto anche nel primo trimestre del 2023 con una crescita di circa il 10 %, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, nonostante il quadro di tensioni geopolitiche. Lo rivela un’analisi di Rodgy Guerrera & Partners, boutique di head hunting specializzata nel settore moda, lusso e retail. Un HR business partner svolge una serie di attività, dalla pianificazione strategica alla gestione operativa, tutte con l’obiettivo di allineare le funzioni delle risorse umane con gli obiettivi generali dell’organizzazione. Supporta, inoltre, i processi di cambiamento organizzativo, come ristrutturazioni o implementazione di nuove tecnologie.

Chi è l’HR Business Partner

 

L’HR business partner è dunque una figura di collegamento tra gli HR ed altre funzioni o il management e, pertanto, deve possedere alcune soft skills di base per essere efficace: la capacità di comunicare chiaramente e efficacemente è fondamentale, sia per la relazione con i dipendenti sia per quella con i manager, come anche la capacità di guidare e motivare team.
Essere in grado di comprendere e gestire le emozioni proprie e altrui è fondamentale, come anche l’abilità di analizzare informazioni da diverse fonti e prendere decisioni ponderate; infine occorre capacità di identificare problemi e trovare soluzioni efficaci in modo autonomo o in team.

 

“E’ un ruolo”, spiega Rodgy Guerrera, “che deve avere un’ottima conoscenza delle normative vigenti, quali: sulla discriminazioni, sulle normative della privacy, leggi sindacali; poi capacità di analizzare i dati relativi ai dipendenti ed ai collaboratori. Inoltre, la competenza nel sviluppare e implementare strategie HR che supportino gli obiettivi di business sono fondamentali”. “Occorre anche ottime doti di empatia, saper influenzare decisioni a livello manageriale. E’ quindi una figura capace di operare su vari fronti, anche a livello internazionale, e di contribuire attivamente alla realizzazione degli obiettivi aziendali e alla definizione dei piani di crescita e di sviluppo, inclusi budget e previsioni”, conclude Rodgy.

Tecnologia e digitalizzazione nelle strutture aziendali

 

La tecnologia sta assumendo un ruolo sempre più predominante nelle strutture aziendali odierne, influenzando profondamente le competenze di un direttore HR. In questo panorama in continua evoluzione, anche le competenze analitiche di un direttore HR diventano strumenti essenziali per comprendere e interpretare una grande quantità di dati e per analizzare i trend ad essi correlati. Inoltre, questo professionista ha accesso a una quantità significativa di informazioni sensibili relative alla vita personale e professionale dei dipendenti. E’ quindi fondamentale che questo ruolo sappia gestire tutte le questioni relative al proprio capitale umano con assoluta discrezione.

I direttori HR sono in prima linea nel gestire i cambiamenti nel mondo del lavoro, nei valori delle persone, nelle loro necessità. Inoltre, l’attitudine all’innovazione non può mancare in nessun responsabile delle risorse umane. La digitalizzazione dei processi ha portato a una nuova gestione delle risorse e il contesto storico ha favorito una maggiore attenzione da parte dei lavoratori all’equilibrio tra vita personale e vita professionale. Una rinnovata responsabilità sociale e una nuova attenzione ai valori in cui rispecchiarsi hanno portato le aziende a dover puntare sulla propria cultura aziendale.

Il Direttore HR in un contesto in continua evoluzione

 

Il direttore HR deve essere in grado di padroneggiare le sue stesse competenze comunicative a seconda della situazione in cui si trova e dell’interlocutore con cui ha a che fare. Crisi e criticità, ma anche opportunità e cambiamenti devono essere gestiti soprattutto attraverso una sapiente interazione sia scritta che verbale.

Il direttore HR deve avere capacità di individuare il problema, trovarne una soluzione costruttiva e quindi metterla in pratica. Deve saper prendere decisioni in modo tempestivo, per esempio: quali persone inserire in organico, come incentivare il benessere delle proprie risorse, quali programmi di welfare attuare e quali iniziative mettere in atto per coinvolgere i collaboratori nei valori aziendali sono solo alcune delle decisioni da prendere quotidianamente. Nell’arrivare alla scelta finale spesso bisogna saper far dialogare tra loro i diversi attori aziendali coinvolti.  Deve avere, infine, capacità di negoziazione. Nel mondo HR per negoziazione si intende “mettere in accordo le parti”. Spetta a lui il compito di far comunicare tra loro i manager con i propri team e viceversa, di portare le esigenze delle persone alla dirigenza e di veicolare i valori e i messaggi aziendali a tutte le risorse. Così come spetta a lui saper comunicare all’esterno la cultura aziendale.

Il Talent Management

 

Nelle varie operazioni a carico dei direttori HR, oggi, è sempre più centrale il tema del talent management perché le imprese faticano sempre di più ad individuare professionisti ed a trattenere dipendenti qualificati. La gestione dei talenti è oggi un vero e proprio elemento strategico che influisce sulle performance a medio/lungo termine della maggioranza delle aziende. Il talent management si concentra quindi sul riconoscimento dei dipendenti ad alto potenziale che possono apportare un contributo significativo al successo e alla crescita dell’azienda: è un insieme di pratiche e processi finalizzati ad identificare, attrarre, sviluppare, trattenere e valorizzare i talenti all’interno di un’organizzazione. Il talent management si basa sull’idea che le risorse umane talentuose possano fare la differenza nel conseguimento dei risultati aziendali.