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Qual è stato l’impatto del Coronavirus sul mondo del lavoro? Il fenomeno delle dimissioni di massa, l’isteria da meeting, il non riuscire più a separare spazi di lavoro dagli spazi privati, il restare sempre connessi. Vediamo come è cambiato e come si prospetta il mondo del lavoro post pandemia.

Da diversi mesi ormai il termine “Grandi dimissioni” indica il fenomeno di licenziamenti di massa che, dallo scoppio della pandemia ad oggi, ha profondamente influenzato il mercato del lavoro, sia per quanto riguarda la domanda che l’offerta. Le percentuali sono da capogiro anche in Italia, ma i numeri assoluti che vengono dagli Stati Uniti lo sono ancora di più.

Il fenomeno del Great Resignation – secondo il termine suggerito da Anthony Klotz, professore di Management nel Texas – ha fatto registrare 4,5 milioni di dimissioni volontarie nel corso del 2021, negli Usa. In Italia sono qualche decina di migliaia, ma la tendenza percentuale è senza precedenti.

Alle origini del fenomeno

Le ricerche fatte fino ad oggi sembrano tutte convergere verso un unico punto: la pandemia ha cambiato il punto di vista e le aspettative dei lavoratori.  Con l’aumento del carico di lavoro e la difficoltà di trovare il perfetto equilibrio tra vita privata e professionale durante i vari lockdown, molti professionisti hanno iniziato a ritenere insostenibile il proprio stile di vita. Burnout e voglia di cambiamento hanno spinto molti a un taglio netto con il passato. Questo ha scatenato principalmente le cosidette “Grandi dimissioni”, con numeri che – secondo le ricerche – sono destinati a crescere sempre di più. I sondaggi suggeriscono che milioni di persone in tutto il mondo stanno pensando di lasciare il proprio lavoro.

Il nuovo mondo del lavoro

La pandemia ha cambiato le carte in tavola e, dopo un periodo di forte stress, il benessere è una priorità per i lavoratori.  I dipendenti preferiscono realtà con una buona cultura aziendale, in grado di investire nei talenti, premiandoli e riconoscendo loro più libertà nella gestione degli impegni. Dopo mesi di duro lavoro in tempi turbolenti, l’impulso di cercare mari più calmi (o più gratificanti) è forte. La parola d’ordine, quindi, è diventata “flessibilità“. Lo smart working, per esempio, non è oggi solo una pratica diffusa, ma viene sempre più apprezzato dai dipendenti, se hanno la possibilità di scegliere. Il nuovo approccio al lavoro si concentra sui risultati, sul raggiungimento degli obiettivi e sul completamento delle attività in tempo. Indipendentemente dal fatto che tutto venga svolto in ufficio.

Secondo Brunello Cucinelli, è tempo di affrontare una profonda riorganizzazione del lavoro. Di misurare da vicino gli effetti delle tecnologie digitali e di ogni soluzione innovativa. Tempo e luogo di lavoro non sono più destinati a sovrapporsi, obiettivi e competenze si possono raggiungere e manifestare in differita. E’ il tempo del merito. Lo stress deve essere gestito e la componente psicologica del benessere personale e di gruppo diventa sempre più importante.

Come ci può aiutare la tecnologia

Esiste un numero sufficiente di ricerche sull’efficacia dei programmi di adattamento del lavoro a distanza. Le aziende che implementano accordi di lavoro a distanza flessibili vedono poi aumentare la produttività attirano maggiori talenti e contano dipendenti sempre più soddisfatti. In molti casi il numero di permessi o giorni di malattia è drasticamente diminuito grazie allo smart working. In altri i lavoratori hanno apprezzato così tanto la flessibilità assicurata che non hanno mai pensato di lasciare l’azienda. 


Un programma di lavoro a distanza efficace e flessibile deve soddisfare le esigenze dell’azienda e del singolo. In questo senso, è necessario: 

● Valutare ciascuna delle posizioni e determinare se la presenza fisica di un dipendente è richiesta a tempo pieno, part-time o non è necessaria; 
● Decidere quali programmi di lavoro a distanza potrebbero essere valide opzioni.
● Considerare i diversi strumenti di comunicazione e collaborazione – come Skype, Meeting o Zoom – e scegliere quale di questi meglio si armonizza con l’organizzazione aziendale.
● Avere un programma chiaro e preciso sulle attività da svolgere e i tempi di consegna/risposta. 

Il passo successivo è la formazione del personale, nonché la configurazione e la sicurezza dell’home office. Riconosciamo tutti che gli ultimi progressi tecnologici hanno sconvolto molti settori, ma stiamo cercando ancora di prendere confidenza su come questi stiano cambiando drasticamente il modo e il luogo in cui lavoriamo, nonché il modo in cui le aziende gestiscono il personale.
Tutti i datori dovrebbero adattarsi a modalità di lavoro flessibili per trovare e mantenere i talenti e adattarsi alla gestione delle persone senza frontiere.

Fonte: Formiche.net